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Grandi trasformazioni in Europa

Con il trattato di Verdun (843) si stabilì una divisione del Sacro Romano Impero, attribuendo a Lotario il titolo imperiale e il possesso dell’Italia, della Provenza e della cosiddetta Lotaringia (un’ampia fascia di terra compresa tra le Alpi e il Mare del Nord; a Carlo il Calvo il territorio a ovest di questa zona, mentre a Ludovico il Germanico il territorio a est.

 

 

L’anno prima, tuttavia, Carlo e Ludovico avevano stretto un’alleanza militare contro il fratello Lotario, pronunciando il giuramento di Strasburgo, il primo documento delle nascenti lingue francese e tedesca.

 

 

Per tutta la durata del IX secolo si ebbero delle lotte per la successione all’interno dei tre regni, indebolendo di conseguenza il governo centrale. A una situazione così fragile si aggiunsero l’invasione dei Saraceni a sud, quella degli Ungari ad est e quella dei Vichinghi a nord, contribuendo a far apparire l’Impero carolingio soltanto come una mitica età dell’oro.

 

 

L'Impero venne restaurato dal re di Germania Ottone I che, grazie alle forze ecclesiastiche, riuscì a dare ordine alle strutture interne del proprio regno. Per contrastare il potere dei grandi vassalli, Ottone conferì benefici feudali ai vescovi e fu il solo re d’Europa, a quel tempo, in grado di controllare per intero il suo regno. Forte dei suoi successi, egli volse in seguito lo sguardo verso l’Italia, diventandone re e, nel 962, imperatore. Non riuscì mai, tuttavia, ad annettere sotto il proprio dominio l’Italia meridionale.

 

 

Alla sua morte, nel 973, Ottone lasciò un impero basato in Germania fortemente instabile. La sua fragilità si rivelò durante il mandato di Ottone II (962-983) e, soprattutto, di Ottone III (983-1002), promotore di un programma di Renovatio imperii, di restaurazione di un impero cristiano, guidato dal papa e dall’imperatore che, tuttavia, non riuscì mai a concretizzarsi realmente.  

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