Published 08/04/2020
Fred Stein nacque il 3 luglio 1909 a Dresda, in Germania. Da adolescente si interessò alla politica e divenne uno dei primi attivisti antinazisti. Era uno studente brillante e andò all'università di Lipsia per studiare legge. Conseguì la laurea in giurisprudenza in un tempo sorprendentemente breve, ma gli fu stato negata l'ammissione all'ordine degli avvocati tedesco dal governo nazista per "motivi razziali e politici".
La minaccia del nazismo divenne sempre più pericolosa e dopo che le SS iniziarono a indagare su di lui, Stein fuggì a Parigi nel 1933 con sua moglie, Liselotte Salzburg, con il pretesto di andare in luna di miele.
A Parigi diventarono parte di una cerchia di espatriati, intellettuali e artisti. Durante questo periodo pre-bellico e di mancanza di denaro, Stein iniziò a scattare fotografie. Fu un pioniere della piccola macchina fotografica portatile e con la Leica che lui e sua moglie avevano acquistato come regalo di nozze congiunto, andò in strada a fotografare scene della vita parigina. Vide la speranza e la bellezza in cui la maggior parte della gente avrebbe visto solo la disperazione.
Quando la Germania dichiarò guerra alla Francia nel 1939, Stein fu messo in un campo di internamento per esiliati nemici vicino a Parigi. Riuscì a fuggire e, dopo un pericoloso viaggio clandestino attraverso la campagna, incontrò la moglie e la figlia a Marsiglia, dove ottennero i visti grazie agli sforzi dell'International Rescue Committee. Il 7 maggio 1941, i tre salirono a bordo della S.S. Winnipeg, una delle ultime navi a lasciare la Francia. Portavano solo la Leica e alcuni negativi.
New York era un vivace centro di cultura e Stein ne approfittò. Ha incontrato e fotografato scrittori, artisti, scienziati, politici e filosofi di cui conosceva il lavoro per via dei sui studi e letture. Questo gli permise di coinvolgerli in conversazioni durante le sessioni fotografiche.
La sua fascinazione per l'umanità contiunò, e prese a camminare per le strade di New York, documentando la vita quotidiana partendo dalla Fifth Avenue fino ad Harlem.
Lavorava con discrezione e rapidità, valorizzando l'importanza di catturare liberamente il momento narrativo che rivela il soggetto nella sua luce, e non come materiale secondario all'interpretazione fotografica.
Preferiva l'illuminazione naturale ed evitava allestimenti elaborati ed effetti drammatici. Non ritoccava o manipolava il negativo.
Sebbene i ritratti fossero la sua principale fonte di reddito e fotografasse molte persone su commissione, generalmente lavorava senza incarichi, fotografando persone e scene che lo interessavano. In seguito offriva questi scatti agli editori e ai photoeditor di riviste, giornali e libri.
Stein morì nel 1967 all'età di 58 anni. I suoi ritratti e reportage furono pubblicaati su giornali, riviste e libri in tutto il mondo. Tenne numerose mostre personali, conferenze e pubblicò diversi libri.
Il ritratto di Albert Einstein è il suo lavoro più famoso: un'immagine iconica di una mente superiore.
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